Domenica scorsa ho ricevuto un messaggio da una follower “Vorrei davvero imparare ad acquistare vintage! Siamo circondati di fast fashion e non è facile cambiare! Voglio provarci.” Questa è la tipologia di messaggio che ricevo più spesso e sempre con maggiore frequenza. Il concetto è sempre lo stesso “non so come fare ma voglio provare”. Ho spesso parlato di come iniziare a comprare vintage: nel libro, su instagram e anche durante l’intervista fattami da Valeria Colavecchio uscita su Donna Moderna. Tuttavia ho pensato che un ulteriore testo a riguardo avrebbe solo fatto bene e sarebbe stato un ottimo modo per ribadire alcuni concetti base riguardante il settore e parlarvi anche dei libri che vi possono aiutare a comprenderlo meglio.
PARTE UNO: OGNI VIAGGIO PARTE DA CASA
Il tragitto per la conoscenza del vintage è lungo, oserei dire infinito, ho sempre odiato chi ha la pretesa di sapere tutto e difatti, io stessa, ammetto di non sapere tante cose e di continuare ad imparare giorno dopo giorno. Tuttavia da qualche parte bisogna pur partire e il luogo migliore per la nostra scalata alla conoscenza è… l’armadio di casa! Sì, avete capito bene, il vostro armadio, come quello dei vostri genitori e dei vostri nonni sono la prima tappa in cui dirigersi per imparare il vintage.
iL VOSTRO ARMADIO
“Non ho nulla di vintage nell’armadio, come è possibile che sia questo il punto di partenza?” Il vostro armadio è importante proprio perchè NON è vintage. Quello che vi chiedo di fare è di guardare ciò che avete, leggere le etichette e accarezzare gli abiti. Questo è un esercizio utile per capirsi e fare dei confronti quando entrerete in contatto con il vintage. Inoltre inizierete a porre le basi per un approccio alla sostenibilità del consumo, ma di questo parleremo in un altro articolo.
Recap e consigli delle cose da guardare all’interno del proprio armadio:
- Guardare i propri capi. Conoscersi è importante, osservate cosa avete e cosa no, capite quali sono stati gli acquisti inutili e fate una wishlist. Se siete del segno della vergine o semplicemente siete metodici ed organizzati vi consiglio l’applicazione Whering. Questa consente di ricreare digitalmente il proprio armadio e di progettare degli outfit. Comodissima, provare per credere.
- Toccare i tessuti. Il tatto è un ottimo alleato nel riconoscimento della qualità. Bisogna affinare tutti i sensi prima di fare confronti. Se volete informarvi maggiormente in materia vi consiglio il libro Textilepedia di Fashionary, interamente dedicato alla conoscenza dei tessuti e della loro storia, ha all’interno anche dei campioni.
- Leggere le etichette. Sapete cosa state indossando? Quali materiali sono in contatto con la vostra pelle? Fateci caso, ma soprattutto notate il prezzo a cui vi vendono un capo nuovo in poliestere e quello invece di un capo usato in seta. Questo è il primo passo per comprendere oltre al vintage anche i suoi costi.
L'ARMADIO DEI GENITORI E DEI NONNI
Chiunque lavora nel vintage o ne è un appassionato vi dirà sicuramente che la propria passione è partita dall’armadio dei nonni. Questo mobile contiene meraviglie, una Narnia del fashion in cui sperimentare e scoprire la moda del passato che spesso e volentieri è ancora attuale. Inutile che riprenda il solito discorso, già lo sapete come funzionava una volta, si comprava meno ma si comprava meglio e soprattutto si curavano molto i propri capi. Anche in questo caso vi consiglio di toccare i tessuti e di leggere le etichette. Un ottimo esercizio potrebbe anche essere toccare con una mano un capo vintage dei genitori/nonni e con l’altra un capo fast fashion attuale. La differenza si inizia a percepire.
Recap e consigli delle cose da guardare all’interno dell’armadio dei nonni:
- Guardare i capi, le forme, i dettagli esterni ma anche interni!
- Toccare i tessuti.
- Guardare le etichette. Guardare le etichette oltre che leggerle è importante perchè vi permetterà con il tempo di affinare l’occhio su brand “vintage” che non esistono più e anche per saper riconoscere brand tutt’ora esistenti che però hanno cambiato etichetta nel tempo. A tal proposito vi consiglio di seguire Cristiana Crisafi che fa informazione a riguardo.

La prima parte si conclude qua, mi raccomando fate tutti i “compiti” che vi ho dato prima di leggere la seconda parte.