C’erano una volta le ballerine

C’era una volta un negozio di ballerine a Milano.

È il 2010, tutte le ragazze, mamme e bambine, vanno pazze per Lolita, un negozio di calzature in pieno centro a Milano, le sue vetrine non passano inosservate: centinaia di ballerine di tutti i colori brillano dietro ai vetri tirati a lucido di un’insenatura di Corso Vittorio Emanuele. Aperto nel ’99, Lolita è la tappa fissa del weekend, anche solo per guardare e riempirsi gli occhi di colore.

I ricordi che ho della me bambina pre-adolescenziale sono un po’ annebbiati dal tempo, ma sono certa che alle elementari avere un paio di ballerine Lolita decretava se eri figa o meno e quindi alla fine, tra una cosa e l’altra, si finì per averne tutte un paio. Da lì in poi il nuovo fattore discriminante diventò avere cerchietti e ferma capelli pendant con le Lolita e che questi dovessero tassativamente provenire da un altro negozio del centro, carissimo e inavvicinabile di cui non farò il nome perché non rilevante per la nostra storia.

Nel 2010 andavo alle medie, il periodo peggiore, l’unico forse a cui non tornerei mai indietro. Per le bambine arrivano le prime mestruazioni, i primi reggiseni, vogliono farsi il buco alle orecchie, avere un cellulare, tingersi le unghie e provare i tacchi. A 12 anni non lo sai ancora a cosa stai andando incontro, che certe abitudini più tardi le inizi meglio é, a 12 anni vuoi solo fare la grande e giocare con le cose di mamma non ti basta più. Su questa scia alla mia festa di compleanno di terza media ho chiesto anche io alla mamma se potevo avere un paio di tacchi. Con una risata trattenuta e inghiottita nel profondo della gola, mia mamma decise di accettare ma ad una condizione: “il tacco lo scelgo io”. La mia estasi era alle stelle, ero talmente euforica che non mi accorsi neanche del tranello della scelta del tacco, sì perché i famosi “tacchi” promessi da mia mamma non superavano i 3cm ed erano delle ballerine con un piccolo rialzo conico anziché rettangolare, ma non importava, per me quelli erano tacchi, i miei primi tacchi.

E indovinate un po’ da dove provenivano? Lolita. Me le ricordo ancora queste ballerine con “tacco”, erano di un beige tendente al giallo limone, laccate, un po’ a punta, non arrotondate, da grande! Le adoravo, per circa 9 mesi le ho osannate, fino all’entrata al liceo dove i nuovi equilibri hanno cambiato tutto. 

Torniamo al presente, al 2023. Mentre scrollo nervosamente i Per Te di TikTok mi appare lo spezzone di un’intervista alla store manager del Sivag Store, il negozio delle vendite giudiziarie del tribunale di Milano, avevo già visto diversi TikTok in merito ma volevo sentire il punto di vista di chi gestiva il posto. Mentre il cameraman ruotava la visuale per mostrare la merce in vendita, qualcosa mi colpisce: delle scatole di scarpe. Fermo il video, avvicino le due dita allo schermo e ingrandisco, sono scatole Lolita. 

L’ultima volta che c’ero stata era l’estate 2020, Lolita si era spostata -sicuramente già da qualche anno- in Galleria de Cristoforis, sempre lungo Corso Vittorio Emanuele, all’esterno aveva diverse scritte “svendo tutto” “grandi saldi”; ero entrata e del mio numero erano rimaste solo delle Espadrillas prese al volo, la signora mi aveva detto che gli sconti erano per un imminente trasloco, non avevano ancora deciso il luogo e sapeva solo dirmi che a settembre lo storico negozio Lolita non avrebbe più avuto una finestra su Corso Vittorio Emanuele. Mi rattristò quella chiusura ma iniziai subito a seguire la pagina  Instagram nella convinzione che al ritorno dall’estate avrei trovato un post con annunciata una nuova apertura. L’estate poi passò, l’inverno pure, nessuna notizia di Lolita che nel frattempo mi era sfuggita di mente e solo di tanto in tanto, durante qualche passaggio in bici nel Corso mi tornava alla mente davanti alla grande scritta a led ormai spenta. 

Rivedere le scatole al negozio di vendite giudiziarie mi ha fatto un certo effetto, all’inizio non ci volevo credere, ho pure controllato di non aver preso un abbaglio. Il fallimento é stato decretato nell’autunno del 2021 e sul sito del Sivag c’é anche una pagina dedicata a Lolita. Certo che a guardarle ora, intorpidite, sullo sfondo bianco di un punto vendita di aste fallimentari, non sembrano neanche loro, non riconosco più le Lolita che nel 2010 calzavano ai piedi di tutte le bambine di Milano.